Tallonite

Tallonite, capirla e curarla

 

Tallonite: capirla, curarla e tornare a correre

“Dottore, mi fa male il tallone… sarà mica lo sperone? Ma io non vado mica a cavallo, corro!”
Così, con una battuta, iniziano spesso le visite con chi lamenta un dolore insistente al tallone. Un dolore che rende difficile correre, camminare, o anche solo stare in piedi a lungo.

E il più delle volte, da una semplice radiografia, compare un termine che suona un po’ strano ma ormai noto: sperone calcaneare.

Che cos’è davvero lo sperone?

Spesso si tende a confonderlo con la spina calcaneare, ma in realtà si tratta di due cose diverse, anche se collegate. Lo sperone è una neoformazione ossea che si sviluppa nella parte posteriore del calcagno, dove si inserisce il tendine d’Achille. Quando questa zona viene sottoposta a continue sollecitazioni, per esempio per via della corsa o di un appoggio scorretto del piede, si crea un’infiammazione cronica (entesopatia), che induce il corpo a depositare calcio come tentativo di riparazione.

Se la calcificazione avviene sotto la pianta del piede, si parla invece di spina calcaneare, che interessa la fascia plantare. In entrambi i casi, il dolore è causato dallo stress eccessivo su questa zona delicata, soprattutto in presenza di piedi piatti, cavi, rigidi o con difetti di appoggio.

Haglund, Server e la tallonite: tanti nomi, un solo problema

Quando il profilo posteriore del calcagno si deforma, si parla di morbo di Haglund. Se il problema colpisce bambini o adolescenti, il nome cambia in morbo di Server, perché riguarda la cartilagine di accrescimento. In tutti questi casi, il meccanismo è lo stesso: sovraccarico, infiammazione e calcificazione del complesso tendineo-fasciale che collega polpaccio, tallone e pianta del piede.

La cosiddetta “tallonite”, infatti, non è altro che l’effetto finale di un appoggio sbagliato, di uno stile di corsa non corretto, di scarpe inadatte o di una postura trascurata per troppo tempo.

L’importanza della postura

Per questo motivo, il primo passo – ancor prima delle terapie – dovrebbe essere sempre uno studio approfondito della biomeccanica del piede. Strumenti come la pedana baropodometrica dinamica permettono di analizzare con precisione il modo in cui il piede tocca il suolo, come si distribuiscono i carichi durante la camminata o la corsa, e se ci sono squilibri che, nel tempo, portano dolore e infiammazione.

Questo tipo di analisi è non invasivo, veloce e molto utile non solo per chi ha già dolore, ma anche in ottica preventiva, specie nei bambini o negli sportivi. I dati raccolti possono portare alla creazione di plantari su misura, che migliorano la distribuzione del carico e correggono le disfunzioni meccaniche.

 

Prevenzione e ginnastica posturale

Accanto allo studio del passo, un ruolo fondamentale lo gioca la ginnastica preventiva. Discipline come pilates o yoga, che aiutano ad allungare i muscoli e migliorare la percezione del corpo nello spazio, sono preziosissime per evitare l’insorgenza di questi problemi. Più il corpo è preparato, meno rischi si corrono.

Come si cura la tallonite?

Quando il dolore è già presente, il trattamento è solitamente conservativo. Si comincia con il riposo, l’uso del ghiaccio e pomate antinfiammatorie locali. A seguire, si può avviare un ciclo di fisioterapia, con tecniche manuali, massaggi, tecar e laser. Un’arma particolarmente efficace, soprattutto nelle fasi acute, sono le onde d’urto: spesso bastano tre sedute ravvicinate per ottenere un primo miglioramento.

In caso di dolore molto intenso, si possono eseguire infiltrazioni locali con cortisonici e anestetico. In presenza di tendinite achillea, però, è meglio evitare il cortisone e utilizzare piuttosto fattori di crescita (PRP), ottenuti dal sangue del paziente. Questa terapia rigenerativa sta mostrando ottimi risultati.

Naturalmente, è fondamentale anche rivedere lo stile di vita: perdere peso se necessario, utilizzare scarpe adatte con un buon sistema di ammortizzazione, e soprattutto garantire un corretto supporto dell’arco plantare, specialmente per chi ha piedi piatti o molto arcuati.

E se il dolore non passa?

In rari casi, quando tutte le terapie conservative falliscono, si può valutare un intervento chirurgico per rimuovere la calcificazione e liberare la zona sotto stress. L’operazione può essere eseguita anche in modo mini-invasivo, con strumenti motorizzati che permettono di intervenire in modo preciso e sicuro.


In sintesi

La tallonite è un campanello d’allarme che ci dice che qualcosa nel nostro modo di muoverci non funziona. Che si tratti di uno sperone, di una spina, o di una sindrome di Haglund o Server, il vero problema sta nella biomeccanica del piede e dell’intero apparato locomotore. Intervenire in modo tempestivo, con un approccio personalizzato e multidisciplinare, consente nella maggior parte dei casi di risolvere il dolore senza dover ricorrere alla chirurgia.

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