Plantari su misura: alleati nascosti per la salute dei tuoi piedi (e non solo)
Quando si parla di plantari, le opinioni sono spesso contrastanti. Alcuni professionisti li considerano fondamentali, altri li ritengono inutili o addirittura dannosi. Personalmente, da ortopedico – e da paziente con piedi piatti – posso dire che li utilizzo e li prescrivo regolarmente, con risultati più che positivi. Naturalmente, parliamo di plantari su misura, non di quelli standard acquistabili in farmacia.
Ma a cosa servono davvero i plantari? E come possono migliorare la nostra postura, prevenire il dolore e supportare la funzionalità del piede?
Un supporto (intelligente) sotto i piedi
I plantari sono dispositivi ortesici esterni, ovvero supporti da inserire nelle scarpe, che svolgono molteplici funzioni a livello biomeccanico e posturale.
Aiutano a correggere disfunzioni come il piede piatto o cavo, distribuiscono meglio il peso corporeo sull’arco plantare, ammortizzano gli urti della camminata o della corsa, e contribuiscono a ridurre dolori legati a patologie specifiche: dalla tallonite alla fascite plantare, dalla metatarsalgia all’alluce valgo, fino al neuroma di Morton o alla tendinite achillea.
Oltre al piede, ne trae beneficio l’intero apparato posturale: migliorando l’allineamento e la distribuzione del carico, si riducono tensioni su ginocchia, anche, colonna vertebrale e zona lombare.
Standard o su misura?
Qui sta la vera differenza. Un plantare standard, anche se comodo, ha una forma generica e non tiene conto delle caratteristiche anatomiche e funzionali della persona. Può andar bene in casi lievi o per chi cerca un semplice comfort quotidiano.
Ma per chi ha problemi specifici – dolore, patologie articolari, piedi asimmetrici o appoggi disfunzionali – la scelta deve ricadere su un plantare su misura. Questo viene realizzato sulla base di un esame baropodometrico e di un’attenta valutazione posturale. Si parte da un calco del piede e si utilizzano materiali di alta qualità, in grado di garantire comfort, durata ed efficacia terapeutica.
Il costo è certamente più alto rispetto ai plantari prefabbricati, ma i risultati sono incomparabili.
La tecnologia che studia il tuo passo
Il cuore di tutto è l’analisi baropodometrica, un esame diagnostico non invasivo che permette di valutare l’appoggio del piede durante la camminata. Il paziente cammina su una pedana sensorizzata che registra in tempo reale la distribuzione delle pressioni, il tempo di carico e la sequenza delle forze.
Questo esame consente di individuare eventuali squilibri posturali o alterazioni del passo e fornisce una base oggettiva per la creazione del plantare. È particolarmente utile nei casi di piede piatto, cavo, alluce valgo, rigidità articolari o squilibri dell’assetto corporeo.
Ma il plantare da solo non basta
Il plantare è un pezzo del puzzle, non la soluzione unica. Deve essere accompagnato da una ginnastica posturale specifica, come il pilates o lo yoga, per migliorare la mobilità, allungare le catene muscolari e rendere il corpo più consapevole dei propri movimenti. Questo approccio integrato aiuta a prevenire ricadute e migliora l’efficacia del trattamento.
E nei casi più gravi? Quando deformità o dolori persistono nonostante i trattamenti conservativi, si può valutare anche un intervento chirurgico correttivo, sempre dopo un’attenta visita specialistica ortopedica.
In conclusione
I plantari, se ben progettati e inseriti in un percorso terapeutico completo, sono strumenti preziosi per il benessere del piede e dell’intero corpo. Non sono una moda né una soluzione rapida, ma una risposta concreta e personalizzata a problemi che spesso si trascinano per anni.
Per questo è fondamentale affidarsi a uno specialista, analizzare in modo accurato l’appoggio e la postura, e scegliere il plantare più adatto alle proprie esigenze. Un piccolo cambiamento può fare una grande differenza.
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